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Tutte u munne è Paise, l'idea di un dialetto poliglotta

Si intitola “Tutte u munne è paise”, la nuova pubblicazione del Centro Studi sui dialetti Apulo-Baresi, presentata alla cittadinanza venerdì 6 ottobre presso il Chiostro delle Clarisse.

L’opera annovera quattro trattati tecnico scientifici incentrati sui contributi stranieri presenti nella lingua dialettale e, rispettivamente, greci, arabi, spagnoli e francesi. Assioma di fondo, l’idea di un dialetto poliglotta che rechi in sé prestiti linguistici e, quindi, culturali, mutuati da altre lingue e culture. “Un libro che tutti i nocesi dovrebbero avere nelle loro case, un investimento per il futuro” lo ha definito la prof.ssa Maria Semeraro, membro del comitato scientifico del Centro, insistendo sul carattere innovativo del progetto, precursore di altri e tanti studi futuri che potrebbero portare alla luce nuovi filoni di indagine storica inerenti il contatto tra Meridione e altre culture e come esso è andato esplicitandosi nel corso dei secoli.

Le sezioni del testo sono state curate dal dottor Giuseppe Chielli che ha indagato sui grecismi, dalla dott.ssa Maria Vittoria D’Onghia per gli ispanismi e arabismi e da Giovanni Laera per i francesismi. Tra le parole dialettali di origine greca: attene (padre), chjattone (donna robusta), graste (vaso di fiori), puteche (bottega); tra gli arabismi: amme salamme (gioco della campana, che ha dato il nome ad uno degli eventi passati del Centro Studi), scerocche (scirocco); infine gli ispanismi: abbassce (giù) o avvuandè (prendere); infine, francesismi come cere (aspetto del volto), marpione (furbo), uagnone (ragazzo) e vuccire (macellaio).

A fare da corredo all’opera, una sezione interamente dedicata alla poesia di matrice araba con protagonisti Mario Gabriele e Pietro Gigante per le riprese in dialetto arcaico, Giovanni e Domenico Laera in medio dialetto e Caterina Quarato e Biagio Laera con le produzioni in neo dialetto; inoltre, sul finale, una parte dedicata ai racconti, con due novelle tradotte da “Le mille e una notte” e narrazioni  come “Gesù, u ciucce e u tarì”. Molto interessanti si sono rivelati gli interventi  “Cenni sulle chiese bizantine in Puglia” del prof Angelo Michele Di Donna (docente presso l’Università degli Studi di Bari "Aldo Moro") e “La componente urbanistica araba nella formazione dei centri storici pugliesi” del prof. Antonio Cirsella Seggio (Politecnico di Bari).

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